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I benefici della lettura condivisa

I benefici della lettura condivisa 

Mentre leggiamo un libro al nostro bambino, gli forniamo un’esperienza completa che va a toccare diversi aspetti della sua persona e  lo aiuta ad elaborare e gestire meglio una serie di informazioni relativa alla comprensione ed alla costruzione interna della realtà.

Cerchiamo di capire nello specifico il perché, a partire dall’origine della vita. Le prime letture, infatti, saranno principalmente uno stimolo uditivo e getteranno le basi per lo sviluppo del linguaggio.

L’udito è uno dei sensi che si sviluppa più rapidamente e che alla nascita del bambino è già funzionante. Diversi studi dimostrano che l’udito è completo a partire dalle 24/28 settimane di gestazione. Il bimbo a quest’epoca è in grado di abituarsi e quindi di reagire con intensità minore ad uno stesso stimolo sonoro ripetuto con costanza. Attraverso l’esposizione sonora, inoltre, il bambino apprende gli elementi base del linguaggio.

In tutto questo, come spiega Tomatis in “Dalla comunicazione intrauterina al linguaggio umano”, la voce della mamma gioca un ruolo fondamentale, ed insieme a quella del papà e di eventuali fratelli o sorelle maggiori, sarà motivo di conforto e rassicurazione per il piccino appena nato, costituirà un ponte tra la sua vita intrauterina e la sua vita nel mondo. Pur non comprendendo il significato della parola, il neonato coglie chiaramente l’amore che risuona in essa e ne ha un continuo bisogno, è per lui fonte di benessere e di nutrimento per la mente e per il cuore.

Banalmente, leggere ad un bambino vuol dire fargli sentire la propria voce, tranquillizzarlo, rassicurarlo e dargli dimostrazione di vicinanza e affetto costante.

È, inoltre, tenerlo tra le braccia, dargli conforto, affetto ed attenzione esclusiva…un mix di  stimolazioni sensoriali che arriva in profondità e mette le basi per una personalità sicura ed equilibrata.  “La vista, l’odore, le sensazioni generate dai libri saranno per sempre legate a quelle sensazioni di calore, sicurezza e piacere che voi siete riusciti a suscitare in una fase della vita di forte ricettività e grande fiducia negli adulti” (Valentino Merletti R., Libri e letture da 0 a 6 anni)

A livello cognitivo, se la lettura condivisa è una consuetudine, i benefici per il bambino sono molteplici e, secondo alcuni studi (Scarborough H., Dobrich W., Hager M., 1991), vanno ad influire positivamente sul futuro apprendimento scolastico.

Innanzitutto, infatti, si allena il bambino all’ascolto (cosa non da sottovalutare!) e conseguentemente i suoi tempi di attenzione man a mano si allungano; si stimolano la sua immaginazione e la sua curiosità; si ha un ampliamento del vocabolario, nonché una maggior comprensione verbale ed un linguaggio più articolato (costruzione delle frasi, utilizzo di diversi ed appropriati tempi verbali, …). Inoltre si consolida la capacità di organizzare il pensiero in termini narrativi, seguendo sequenze logico-temporali, e si mettono importanti basi per poter favorire, in età scolare, la produzione scritta.

La lettura di un libro, dopo i 20/24 mesi circa, ci permette inoltre di smuovere emozioni, di nominarle e di riconoscerle, di comprenderle ed affrontarle insieme. Attraverso la lettura condivisa, il bambino ha una chiave in più per comprendere ciò che avviene al suo interno, le emozioni che lo attraversano, ed intuisce modalità di espressione delle stesse. Alcune storie sono scritte proprio con l’intento di aiutare le persone (e non solo quelle piccole, ma anche quelle grandi!) ad incanalare le energie sprigionate da alcune emozioni in modo adeguato e positivo, o piuttosto a riconoscere le conseguenze di gesti negativi dettati puramente da emozioni non gestite con competenza.

Mentre leggiamo un libro al nostro bimbo gli proponiamo dunque un’esperienza ricca; potremo percorrere con lui un percorso che ci accompagna dal momento della sua attesa fin quando se ne ha il desiderio ed il piacere. Non necessariamente infatti il piacere della lettura condivisa termina con l’inizio della lettura autonoma da parte del bambino, anzi.. potenzialmente potrebbe rimanere un momento d’incontro anche nell’adolescenza.

Valentina Noce, nido famiglia Il Sogno di una Noce.